In tanti mi
hanno chiesto come montare una radio in SSB in barca e a cosa serve. Premesso
che a bordo sono davvero poche le cose indispensabili, diciamo anche che tutto
ciò che ci rende la vita più comoda e sicura o più semplicemente tutto quello
che ci piace è ben accetto.
Con una
radio in SSB che riceve e trasmette in onde corte si possono fare tante cose.
Per esempio, a me ha consentito di tornare a fare il radioamatore dopo una pausa
durata una ventina di anni: grazie a Maurizio Tramuto (presidente della sezione
Ari di Palermo) ho riavuto il mio vecchio nominativo (IT9PZM).
Ma ci sono
cose che servono davvero a chi va per mare e fa altura, lì dove telefonini e
internet sono inservibili, a meno di non possedere un costoso ma arido
telefonino satellitare. Per esempio, si possono ricevere carte meteo, scaricare
Ugrib, ricevere bollettini Navtext, ricevere segnali AIS e mandare e ricevere
email di testo. Se ci pensate non è poco.
Ma andiamo
con ordine. Dando per scontato che avete una patente e una licenza da
radioamatore (in caso contrario potreste avere problemi in caso di controlli in
mare), ecco quel che serve:
un
ricetrasmettitore in onde corte
una antenna
un accordatore
di antenna
un computer
un’interfaccia
tra radio e pc
diversi
software, quasi tutti scaricabili gratuitamente
IL RICETRASMETTITORE
Io sono
riuscito a recuperare un vecchio YAESU FT-100D che opera (in ricezione) dalle
onde lunghe (per ricevere i bollettini Navtext a 490 e 518 Khz) fino ai 900
Mhz. Trasmette su tutte le bande dedicate ai radioamatori, ma con una piccola
modifica anche in trasmissione la copertura è continua, il che ci permette di
operare anche nella banda VHF nautica avendo così un VHF di rispetto.
Visti gli
spazi che abbiamo nelle nostre barche, la radio deve, per forza di cose, essere
piccolina. L’FT-100D è più piccolo di una autoradio e ha una potenza nelle onde
corte di 100 watt, di 50 watt in VHF e 20 nelle UHF.
Attenti ai
consumi: in ricezione sono praticamente nulli, mentre in trasmissione sono
dolori. Ma se avete un buon parco batterie e come ricaricarle, allora il
problema non esiste. In ogni caso, se siete in navigazione e volete divertirvi
per un po’ di tempo, conviene accendere il motore al minimo. L’ideale sarebbe
avere una batteria da almeno 100 ampere dedicata alla radio:L se si scarica,
almeno non avrete problemi con i servizi.
L’ANTENNA
In barca è
inutile fare gli schizzinosi. Io utilizzo un pezzo di filo lungo poco più di 9
metri che va dalla struttura del rollbar dei pannelli solari fin quasi alla
testa dell’albero. Il filo termina alla base inferiore con una cimetta di una
ventina di centimetri (l’”antenna” deve essere isolata) e in quella superiore è
agganciato all’amantiglio (ho un vang rigido e quindoi l’amantiglio non mi
serve). Il filo poi va ad un UN-UN 4:1, un “coso” che serve per abbassare l’impedenza
e permettere al filo di essere utilizzabile al meglio si tutte le bande delle
onde corte. L’Un-Un è stato realizzato avvolgendo del filo bifilare (quello
rosso e nero, per intenderci) in un anello di ferrite. Dopo vari tentativi,
almeno qui su Horus, ho trovato il punto migliore avvolgendo 19 spire. Ma non è
Vangelo.
La scatoletta con l'Un-Un |
In primo piano, il choke in ferrite |
Il cavo
coassiale viene collegato alla radio attraverso un accordatore d’antenna, la
cui funzione è quella di “far vedere” al trasmettitore sempre e comunque una
impedenza di 50 ohm mentre quella dell’antenna varia, a seconda della banda, da
pochi ohm a un paio di migliaia. Io ho recuperato dalla mia vita precedente un
vecchio Daiwa: accorda di tutto!
L’INTERFACCIA
Una buona
interfaccia serve a collegare radio e pc. Serve praticamente a tutto ed è
indispensabile per tutti i modi digitali. Ma serve anche a chi non è
radioamatore, ma vuole scaricare carte meteo e scambiare email. Io eviterei le
autocostruzioni (a meno di non avere la manina d’oro, cosa che io non ho): ho
un RigExpert TI-7 che è ben isolato e non mi ha mai dato problemi di ritorno di
radiofrequenza.
In un
prossimo post, vi dirò quali programmi uso e per che cosa. Adesso, invece, vi
comunico che con il “piccolino” e il pezzo di filo ho collegato quasi 150 Paesi
in tutti i continenti. La distanza massina? Oltre 18 mila chilometri con un
radioamatore delle Shetland del Sud in terlegrafia sui 40 metri. Quando si dice
soddisfazioni…..
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