MASUCCIO
SALERNITANO - SALERNO
40°40',44 N
14°45',91 E
Il
porticciolo Masuccio Salernitano si trova nella zona ad Est del porto
commerciale di Salerno. E' costituito da un molo di sopraflutto a gomito di
circa 500 m e da un largo piazzale banchinato.
Pericoli:
mantenersi a distanza dalla testata del molo di sopraflutto a causa della
scogliera antistante. Prestare attenzione date le ridotte dimensioni del bacino
portuale alle unità passeggeri per la Costiera Amalfitana.
Orario di
accesso: continuo
Fari e fanali:
2658 (E 1734) - fanale a luce fissa verde, 2 vert., portata 3 M, sulla testata
del molo di sopraflutto; 2658.2 (E 1734.3) - fanale a luce fissa rossa, 2
vert., portata 3 M, sulla testata del molo di sottoflutto (mantenersi a non
meno di 30 m dal fanale).
Fondo
marino: sabbia
Fondali: in
banchina da 0,70 a 6,5 m
Radio: Vhf
canale 16
Posti barca:
414 di cui 41 per il transito.
Lunghezza
massima: 16 m
Venti: NE
predominante.
Traversia:
SW.
Ridosso:
tramontana e maestro.
(dalle
Pagine Azzurre)
Numeri
utili: Club velico salernitano: 089 224096; Tutta Nautica srl: 089 252738; Lega
Navale Italiana: 089 225739; Gruppo Ormeggiatori del Porto: 089.241201/241543;
Corpo Piloti del Porto molo Manfredi: 089.229212;
Il porto
turistico di Masuccio Salernitano è soprannominato dagli abitanti "o
penniello", perché fornisce una splendida passeggiata e una vista
panoramica della città. E infatti, specie nel fimne settimana, sul molo di sopraflutto è un interminabile vai e vieni di gente. Insomma, lo struscio salernitano.
La
costruzione del porto risale agli anni ’60 ed è formato da un sopraflutto a
gomito di circa 500m e da un ampio piazzale banchinato. Presso l'approdo si
trova anche uno dei due “Punto Mare” allestiti dall’Autorità Portuale della
città, da cui partono i traghetti che uniscono la costiera amalfitana a Capri e
Ischia, e alla costiera sorrentina e cilentana.
Masuccio Salernitano. Ma chi era costui?
Era uno dei
tre figli di Margaritella Mariconda e di Loise, membro della nobile famiglia
sorrentina dei Guardati, titolata del feudo di Torricella fin dal 1181. Nato
sotto il segno dell'Ariete, come egli stesso ricorda nel suo Novellino, dunque
tra marzo e aprile, forse era figlio primogenito. Infatti, come imponeva la
tradizione dell'epoca, portava il nome del nonno paterno. Il fratello Francesco
fu un medico, mentre la sorella Ippolita sposò il giurista Bernuccio Quaranta
da Salerno.
Da giovane
si dedicò agli studi ecclesiastici, che però abbandonò poco dopo per
intraprendere la carriera di funzionario dello Stato; quindi si trasferì a
Napoli, presso la corte di Alfonso d'Aragona, dove si integrò ben presto
nell'ambiente umanista. Il poeta Giovanni Pontano, in un celebre epitaffio,
affermò che Masuccio Salernitano era nato e deceduto nella stessa città, motivo
per cui le incertezze storiche circa il luogo di nascita del novellista si
risolvono nell'indicazione di Salerno (dove certamente morì), con probabilità
inferiore su Sorrento, terra d'origine di suo padre.
Non molto
dopo il 1440, Masuccio sposò la nobile Cristina de Pandis, nativa di
Manfredonia, da cui ebbe cinque figli: Loise (che ricevette il nome del nonno
paterno), Alferio, Vincenzo, Caracciola e Adriana. Nella capitale del Regno, il
novellista strinse numerose amicizie, anche con esponenti della famiglia reale
e della corte, nobili campani e spagnoli, ambasciatori di diverse città
italiane ed intellettuali. Dopo il 1463, ritornò a Salerno e fu segretario del
principe Roberto Sanseverino.
Secondo lo
storico salernitano Matteo Fiore, sarebbe sepolto a Salerno nell'antica Chiesa
di Santa Maria de Alimundo, in una nicchia al centro del pavimento e priva di
iscrizioni.
Masuccio
Salernitano è ricordato esclusivamente come autore del Novellino, raccolta di
cinquanta racconti satirici e grotteschi, pubblicata peraltro postuma nel 1476.
Il testo del
Novellino, impregnato di forte carattere anticlericale, figura nel primo Indice
dei libri proibiti promulgato dalla Santa Congregazione dell'Inquisizione
romana. La pubblicazione dell'opera, dedicata alla nobildonna Ippolita Sforza,
fu curata da Francesco del Tuppo. Una delle
sue novelle, Mariotto e Ganozza (novella XXXIII), ispirò indirettamente il
Romeo e Giulietta di Shakespeare.
Il regista
Silvio Amadio intitolò un suo film, Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo
con le brache in mano, riuscì a conservarlo sano, in onore del novellista
salernitano.
(da
wikipedia)
Sono
arrivato qui nel tardo pomeriggio del 10 maggio. Partiti, assieme a Mario e
Stefano da Vibo Valentia (dove ci siamo riparati per evitare un burraschetta),
siamo giunti a destinazione dopo 31 ore di navigazione.
Entrati in
porto ci siamo ormeggiati nei pontili della Lega Navale. Dopo un primo impatto “così
così”, gli amici della lega mi hanno accolto come uno di loro e io, lo dico
senza remore, mi sono sentito a casa. Tutti, dal presidente Fabrizio Marotta,
al responsabile dei pontili e degli ospiti in transito Lucio Balsamo, ai
marinai. Uno, oggi, mi ha regalato una bombola di gas: “Non me ne faccio nulla”,
mi ha detto. Come non voler bene a queste persone?
Qui sono
stato di casa. Per evitare sempre possibili incomprensione, i soci della Lega
che volessero fermarsi per uno o più giorni (disponibilità dei porti
permettendo) è meglio che contattino direttamente Lucio (tel. 3384296534). Qui
alla Lega la vita è facile ed economica. Tanto per fare un solo numero: un
caffè nel bar dell’associazione costa solo 60 centesimi di euro).
Per chi non
è socio della Lega Navale, c’è sempre il Circolo Velico Salernitano: se hanno
posti disponibili, vi ospiteranno per un paio di giorni.
Usciti dal
porto, si è già nel centro storico della città. A poche centinaia di metri c’è
la stazione e questa vicinanza è ottima per chi deve imbarcare o sbarcare
persone. E poi, sempre a piedi, c’è la meraviglia del lungomare e quella del
corso, una enorme isola pedonale che affascina chi non è mai stato qui.
Ma quel che
appassiona di più è la gentilezza dei salernitani. Persone che mi seguivano su
facebook, sul blog o su youtube sono venute a trovarmi, mi hanno portato dei
loro presenti, mi hanno invitato a pranzi o cene. Aniello mi ha pure regalato
un chilo di olio per miscela da aggiungere al gasolio per quando farò il pieno
m(sono circa 140 litri). “Ti servirà a pulire il motore e renderlo più
silenzioso”. Parola di meccanico. E c’è chi, come Enzo, è venuto i n auto da
Napoli per organizzare una cenetta a bordo di Horus a base di sott’oli,
mozzarelle di bufale, buon vino e limoncello. Insomma, non so se la cosa capita
a tutti, ma io mi sono sentito e sono stato viziato. Girando per la città e
parlando con le persone, la prima cosa che ho notato è che ti danno del voi o
del tu. Insomma, niente vie di mezzo. Ma la cordialità è assicurata.
Qui alcuni video:
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