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mercoledì 11 maggio 2016

Torna la "Legge di Horus": si naviga da solo

 Gentilezza della Lega Navale permettendo, vorrei stare qui a Salerno qualche giorno in più: potrei riprendere fiato dopo la "galoppata" di questi giorni e aspettare al tranquillo in un porto che passino queste due perturbazioni.
Alla mia età e con i miei acciacchi, la stanchezza la sente sempre dopo. Finché si sta in navigazione, goduria e adrenalina tengono su che pè una bellezza. Poi., quando si è al sicuro e non si è costretti a stare sull’allerta, la tensione scema e la stanchezza sale. Ma è normale. Quando facevo rallies, l’ultima prova speciale era sempre quella che non finiva mai. Nei lunghi viaggi in auto, quello interminabile era sempre l’ultimo chilometro. Perfino quando andavo a scuola, non sopportavo l’ultima ora. In fondo, nella vita, cambiano gli scenari, ma la sostanza, pensandoci bene, rimane sempre la stessa.

Ma se qui alla Lega, dove le barche in acqua sono ancora poche, decidessero di non ospitarmi oltre, mi farò una trentina di miglia e andrei a rifugiarmi ad Agropoli. In fondo sarebbero al massimo sei ore e anche se il tempo (vento, mare e pioggia) non dovesse essere favorevole, è sempre una cosa fattibile. In fondo Horus è ben attrezzata per tutti i mari e io pure, anche se con qualche difficoltà. Ma le difficoltà esistono per essere superate, altrimenti che gusto ci sarebbe?
Intanto e per almeno un altro giorno mi godo il mio dolce far nulla. E mi attrezzo a ricevere a bordo della piccola Horus tante belle persone che in questi anni mi hanno seguito sui social networks e che mi danno il benvenuto nei porti che di volta in volta mi ospitano. Ed è una bella sensazione, credetemi. Qui, alla lega Navale, conosco solo poche persone, ma quando vedoi qualcuno che cammina sui pontili riesco sempre ad indovinare se viene da me o no. Quelli che arrivano, hanno sempre le mani occupate a portare qualcosa. E’ vero che prima della partenza ho fatto una cambusa “importante”, ma è anche vero che da Gioia Tauro in poi è arrivato un po’ di tutto: dalle conserve al pane casereccio, dai vini locali ai limoncelli fatti in casa.
Mario e Stefano
Stasera si torna alla “legge di Horus”. Ovvero a bordo si sta in due: io e la barca. Per quasi una settimana ho avuto con me Mario e Stefano che stamattina hanno preso il treno e sono tornati a casa. Stasera tornerò a dormire da solo e potrò scegliere se dormire a prua o a poppa. Ma confesso che quei due “ragazzi” mi mancano.
Con loro ho trascorso giorni e notti meravigliosi. Ricordo i nostri cazzeggi in pozzetto. Se ci penso, mi vien da ridere quando ricordo Mario, il milite uso a lavorare di notte, che con tono solenne mi diceva di andare a dormire perché in pozzetto, fuori, avrebbe fatto buona guardia. Insomma, avrebbe fatto quel che deve fare chi è di turno in una lunga navigazione: controllare che non si esca fuori rotta, dare un’occhiata all’Ais per vedere se ci sono navi o barche nei paraggi, controllare che non ci siano cambiamenti significativi dell’intensità e della direzione del vento, guardare spesso nel buio che c’è di fronte alla prua. Insomma, fare quella che i navigatori d’altura chiamano “la guardia”. Io sono sceso in dinette e leggendo leggendo mi sono addormentato al tavolo. E dopo una mezz’ora mi sono svegliato di soprassalto: sentivo un rumore come se fosse il motore di un peschereccio. Mi precipito in pozzetto e il mistero si svela immediatamente: era Mario che russava alla grande. Lui nega  e, per dimostrazione, mi dice di aver visto in lontananza le luci di un traghetto che avevamo individuato con l’Ais.
E mi mancano le risate che ci facevamo con barzellette vecchie e anche un poco idiote. E mi manca il vedere all’opera un marinaio di prim’ordine, qual è Stefano, stare ai fornelli e inventarsi piatti improponibili e nello stesso tempo prelibati.
Ma il viaggio continua. Finora abbiamo percorso poco meno di 350 miglia. Non so quante ne percorrerò ancora e fin dove arriverò. Ci penserò strada facendo. Stanotte andrò a nanna prima del solito e domattina, quando tornerò ad usare la caffettiera piccola, mi renderò conto che si continua lì dove avevamo interrotto. E tornerò a far conto solo su me stesso. E condividerò con me stesso il gioco dei delfini e lo spettacolo del sole che va a dormire e qualche ora dopo torna per darmi il buon giorno.

Buona notte, amici miei

Il nostro arrivo a Salerno


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