Io, quando
vado in giro, lo faccio con una meravigliosa rete di protezione:
gli amici di sempre che mi seguono e che, se
dovessi averne bisogno, arriverebbero con la velocità di una saetta;
gli amici veri
e virtuali di facebook. Molti li ho conosciuti davvero e siamo diventati amici
veri, amici in carne ed ossa, cuore e passione. Elencarli tutti sarebbe fare
torto a molti.
Da sinistra; Ivan De Francesco, Benedetto Carbone, modestamente io, Francesca Scroppo |
Lo rivedo
dopo un paio di giorni nella sede della lega Navale di Mazara. I pannelli
solari erano già alle nostre spalle e la nostra conoscenza ha fatto qualche
passettino in avanti con un caffè a bordo di Horus. Fine della seconda puntata.
Poi, dopo
qualche giorno, ci si rivede alla sede della Lega Navale di Sciacca (anche qui "adottato" dalla efficientissima Antonella Marin). Io lì mi
sono fermato per più di dieci giorni: dovevo mettere ordine nel passato della
mia vita e cominciare una terapia che mi ha messo fuori gioco per un po’. Ivan
e Franca in quei giorni sono stati i miei angeli custodi. Ogni sera a cena
assieme nel ristorantino della Lega (avviso i miei amici saccensi, fra un po’
arrivo!), ogni sera mangiare, parlare e ridere fino alle lacrime. E allo
scambio dei numeri di telefono, il che normalmente suggella l’inizio di un
rapporto vero.
Non la
faccio lunga: oggi, se dovessi aver bisogno, Ivan e Francesca sarebbero tra i
primi ad essere nel mio mirino. All’inizio di quest’anno non stavo benissimo in
salute. Loro, che erano a Messina assieme ad un altro personaggio a cui è
impossibile non voler bene, Benedetto Carbone, sono arrivati fino a Palermo,
siamo andati a pranzo assieme e poi se ne sono andati. E quando il mio vecchio
telefonino è andato in fondo al mare, che fa Ivan? Ne prende uno dei suoi, si
fa la coda alla posta e me lo spedisce.
Ecco, Ivan è
una delle tante amicizie nate sui gruppi dei velisti matti di facebook e oggi è
uno che guai a chi me lo tocca. Poi potrei parlare di Marianna De Micheli, un’attrice
che in una barchetta di 9 metri, assieme al suo gatto ha fatto tutto il
percorso da Genova a Trieste: l’ho accompagnata virtualmente nel suo percorso
siciliano e siamo diventati, credo di poterlo dire, amici anche se non ci siamo
mai visti personalmente.
Con Monica e Mario Garofalo |
Poi c’è la
rete delle mie famiglie: quella di S. Nicola (Mario, Monica, il loro figli e la
nonna, Angelina, che mi vuol bene come un figlio), quella di Ragusa (Biagio e
Giada con i loro figli Alice e Lorenzo. Nel cantiere del Marina di hanno rimesso
a posto Horus e mi hanno trattato come uno di famiglia. E così anche loro fanno
parte della mia famiglia, così imparano a trattare bene le persone). Poi ci
sono i “ragazzi” che mi aiutano a tenere a Galla Horus (Luigi, Gilson,
Benedetto ai quali si è aggiunto anche Daniele).
E poi c’è la
rete della Lega Navale: ovunque sia andato, sono sempre stato accolto e viziato
al di là degli statuti e dei regolamenti. Adesso sto scrivendo dalla base
nautica di Pozzuoli e sono stato adottato da Paolo, un medico ottimo velista e
simnpaticissimo. A lui devo dire varie volte grazie.
Marianna De Micheli assieme a Biagio Romano e ai figli di quest'ultimo: Lorenzo e Alice |
Insomma,
come vedete, navigare da solo non significa essere soli. Ho, per esempio, un
router e un portolano vivente che si chiama Alessio. Non c’è posto in cui stia
per andare che non riceva una delle sue dritte.
Queste reti
danno un senso di sicurezza e di protezione. E quando ci si sente protetti e al
sicuro, si possono anche fare dei piccoli azzardi e mettersi alla prova con
delle piccole-grandi sfide.
Domani andrò
in rada a Procida, poi tornerò a Castellammare (anche lì, nella sede della
Lega, sono stato accolto come il nonno di casa, benvoluto e sopportato. E grazie a Paterizia che non mi ha mai negato un suo sorriso). E poi,
se mi vorranno ancora, vorrei passare qualche giorno alla Lega di Salerno
(dove, il mese scorso ho abusato della loro infinita pazienza, soprattutto di quella di Lucio Balsamo).
Ecco, volevo
dirvelo: si sta bene con il paracadute degli affetti umani.
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