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giovedì 2 maggio 2013

Il senso della libertà



Oggi ho messo un po' d'ordine nei miei ricordi e mi sono soffermato su uno abbastanza recente: un incontro di qualche mese fa con i giovani detenuti del carcere minorile Malaspina.
 
Pensavo non fosse possibile o, almeno, molto difficile. E invece con loro ho parlato di libertà senza per questo passare per matto o, peggio, per provocatore. Non ricordo le parole che ho utilizzato (sarò difettoso o un inguaribile pigro, ma non ho mai preparato nessuno di tutti gli interventi pubblici che mi è capitato di fare), ma ricordo di avere parlato di quella libertà che abbiamo dentro di noi, della voglia di realizzare progetti e tagliare traguardi. E ricordo di aver detto a quei ragazzi che la vita non ci regala niente e che ogni cosa che vogliamo va conquistata e pagata, a volte a prezzi spropositatamente alti. Ho parlato del senso di libertà che si prova in mare aperto dove al posto della terra c'è solo un immenso cerchio blu che unisce l'acqua e il cielo. Ma al cento di quel cerchio c siamo noi, per una volta ricchi, padroni dell'infinito. Ho detto che la libertà, anche dietro le sbarre, si nutre pure dei sogni e che un giorno, vicino o lontano che sia, il sogno si realizzerà davvero. Molti di quei ragazzi ce la faranno perchè ho avuto forte la sensazione che avevo avanti degli uomini magari acerbi, ma liberi dentro. E ricordo una cosa che non ho detto: non ho parlato di quante persone conosco che, pur fuori dalla galera, libere non sono mai state non per costrizione, ma proprio per una loro incapacità. 

E con questo sproloquio in libertà (vuoi mettere?), v auguro la buona notte. Anche perchè domattina io e Horus andremo a giocare col mare

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